Espresso, 18 agosto 1968 - LE MOSTRE
NOVE ARTISTI
Opere di nove artisti presentate da un saggio di Marisa Volpi intitolato "Un'analisi mentale dell'esperiencza visiva". Un quadro nero di Albert Burri del 1955 e un taglio spaziale di Lucio Fontana del 1960 sono opere indicative della rivoluzione prodottasi nelle operazione e nelle categoria estetiche durante gli anni Cinquanta, cha ha "determinato gli svillupi ulteriori del gesto artistico". Alle poetiche materiche e spazalli e sequita quella dell'oggetto con Yves Klein, Piero Manzoni, Francesco Lo Savio, tutti prematuramente scomparsi. Lo sperimentalismo neo-dadaista nei "gesti" dei primi due e l'essenzialismo delle ricerche spaziale e luminose negli oggetti del secondo sono filoni e accenti ancora vivi nel panorama dell'arte attuale. Opere del 1968 sono esposte dagli altri quattro artisti esposti. Sergio Lombardo e Marcia Hafif expongono lavori gia visti nelle rispettive personali fatte durante l'inverno nella stessa galleria. Il Milanese Luciano Fabro espone un "Oggetto con dispositivo per ridurne il peso", cioe un cubo di metallo smaltato di un grigio che al rigore della forma geometrica conferisce la banalita di un cesto di rifiuti, dentro il quale e nascosto un ventilatore, di cui si ode il ronzio, che col vento prodotto dovrebbe appunto ridurre il peso dell'oggetto: la sua assurdita palese ed elusive si basa su uno scarto cosi minimo tra esperienza (non solo visuale) e significato della cosa, da communicare una sottile inquietudine. Mochetti e un esordiente interteressante: espone bianche calotte sferiche poggiate sul pavimento e collegate con le paretti da sottili cave in tensione. Mochetti, scrive Marisa Volpi, "analizza le incidenze spaziali della luce e dell'ombra giocando sulle rispondenze: luce-ombra, concavo-convesso, vuoto-pieno, opaco-trasparente, ecc., con le reversibilita tra misure reali e misure percipite, effetti ottici prospettici e realta tattili". |